"El que grita primero,
como un lobo se queda".
-Minako Ahíno-
Seres maravillosos, oníricos, que aparecieron de aquél lado del charco, o quién
sabe, ya ves que la historia la cuentan los ganadores... y en espera de aquél
ser estudiado por muchos y conocido por ninguno, apareció ante mí un concepto
que me gusta pero que no entiendo a cabalidad: Licantropía. Y bueno, de repente
apareció una página que me salvó y me lo explicó, ahora sólo falta que me lo
expliques tú después de leerlo. Te paso el texto íntegro para que me hagas una
explicación breve en no más de ciento cincuenta palabras y lo envíes de vuelta
en un correo electrónico. Gracias.
Le storie sulla licantropia hanno origini remotissime, già in un passo della
Bibbia si narra della vicenda del re Nabucodonosor, il quale, a causa della sua
vanità, fu trasformato in una specie di lupo e assunse un comportamento animale.
Non è certa la fonte dalla quale è nata la credenza sui licantropi (dal greco
lykos, che significa lupo e anthropos, uomo) e che in seguito furono definiti "lupi
mannari" (dal latino lupus hominarius, che sta per lupo simile all'uomo), resta
il fatto che in numerosissime leggende o storie è onnipresente questa
inquietante figura.
In alcuni ambienti, fino a qualche anno fa, esisteva la credenza diffusa che la
licantropia non fosse, come si riteneva in epoche antichissime, l'espressione di
una forza malvagia e oscura o di uno spirito animale in grado di impossessarsi
di un uomo e agire attraverso di lui, ma che fosse una sorta di malattia
facilmente spiegabile in termini medici. Tale malattia, ovviamente di natura
sconosciuta, induceva un uomo ad assumere, in certi momenti della sua vita o in
certi periodi, le sembianze di un lupo; alcuni ritenevano addirittura che la
peluria del corpo potesse aumentare in modo vistoso e che unghia e denti
assumessero la forma tipica di quelli di un lupo. In queste condizioni, "il
malato" era indotto a vagare per i boschi nascondendosi dagli altri uomini e
aggredendo i poveri sfortunati che incontrava sul suo cammino. Terminata la
crisi, l'uomo tornava alla normalità, conducendo una vita normale e non
ricordando nulla di ciò che gli era accaduto.
Una visione del genere, non meno fantasiosa di quella della licantropia ottenuta
per possessione di uno spirito animale, fu alimentata soprattutto a partire
dagli anni Trenta con la produzione di film horror sull'argomento. Oggi,
nonostante la gente consideri l'esistenza del licantropo solo una leggenda, vi è
ancora, per alcuni, la credenza che la licantropia sia una malattia ben definita
che, ovviamente senza l'aumento di peli e la crescita dei denti, induca
ugualmente un uomo ad assumere l'atteggiamento di un lupo, facendolo ululare e
camminare a quattro zampe nelle notti di luna piena. Tuttavia, la licantropia
intesa come malattia rappresenta un equivoco.
Non esiste una nosografia specifica nella quale inquadrare tale disturbo, si
tratta soltanto di una forma di delirio che si può esprimere in diversi disturbi
psichiatrici di personalità di tipo paranoide o in alcune forme di psicosi. Tale
delirio, definito "zooantropico" è rappresentato dalla convinzione patologica di
un soggetto di trasformarsi in un animale o che alcuni organi del suo corpo si
stiano tramutando in quelli di animali, nulla di più. In psichiatria, la
condizione in cui vi è la convinzione di trasformarsi in lupo è definita anche "licantropia
di Nabucodonosor" così denominata per rappresentare soltanto una delle tante
modalità di esprimersi che ha un pensiero delirante. Non ci sono né peli, né
ululati nelle notti di luna piena, ma solo un'idea patologica.